DC Comics dichiara guerra all’AI: “Mai e poi mai”

Jim Lee ha piantato la bandiera. Al New York Comic Con, il presidente eD editore di DC Comics ha alzato lo scudo contro l’invasione degli algoritmi con una promessa che suona come un giuramento solenne: DC non supporterà mai la narrazione o l’arte generate dall’intelligenza artificiale. Né ora, né mai. Almeno finché lui e Anne DePies, vicepresidente senior e direttore generale, terranno le redini dell’azienda.

È una dichiarazione che arriva dopo mesi di tensioni sotterranee, scandali mal gestiti e fan inferociti che hanno visto le loro copertine preferite contaminate dal tocco freddo dell’AI. Ma soprattutto, è un pugno sul tavolo in un’industria che sta tremando davanti alla possibilità che gli algoritmi divorino i lavori di scrittori e disegnatori.

DC Comics contro l’AI generativa: la creatività umana non si tocca

Lee non si è limitato a sparare proclami. Ha tirato fuori l’artiglieria pesante: Le persone hanno una reazione istintiva a ciò che sembra autentico. Ci allontaniamo da ciò che sembra falso. Ecco perché la creatività umana è importante. L’AI non sogna. Non prova sentimenti. Non crea arte. La aggrega.

In pratica, l’intelligenza artificiale è un frullatore sofisticato che mescola pezzi di quello che gli esseri umani hanno già creato e restituisce un frappé di pixel senza anima. Può sembrare bello, può funzionare tecnicamente, ma gli manca quella scintilla indefinibile che fa sì che un’immagine ti colpisca allo stomaco invece di scivolarti addosso come acqua su una giacca impermeabile.

Certo, DC Comics non è completamente innocente in questa storia. Nonostante l’azienda vanti da sempre una politica che richiede opere originali create autenticamente dagli artisti, negli ultimi tempi sono spuntate copertine che puzzavano di AI a chilometri di distanza. Mani con troppe dita, prospettive che sembravano disegnate da un alieno ubriaco, quella patina innaturale che tradisce l’intervento dell’AI.

Le reazioni sono state immediate e spietate. I fan non hanno mandato giù il tradimento e DC ha dovuto fare marcia indietro, sostituendo le copertine incriminate e probabilmente sudando freddo mentre cercava di capire come fossero finite lì. Quegli scandali hanno lasciato il segno e ora l’azienda vuole dimostrare che ha imparato la lezione.

Il bug del millennio, gli NFT e l’AI

Per sdrammatizzare un po’ la tensione, Lee ha paragonato la paura dell’AI che dominerà il futuro delle industrie creative al panico per il bug del millennio e all’hype delirante degli NFT. Due tempeste che sembravano devastanti sulla carta ma che nella realtà si sono rivelate sopravvalutate.

È un’analogia furba, ma forse un po’ ottimista. Il bug del millennio era un problema tecnico risolvibile. Gli NFT erano una bolla speculativa alimentata dall’avidità. L’intelligenza artificiale generativa è qualcosa di diverso, è uno strumento che esiste, funziona e sta già cambiando il modo in cui si producono i contenuti. Non sparirà come i CryptoKitties.

Resistenza o retroguardia?

La domanda che resta in sospeso è se DC Comics stia prendendo una posizione coraggiosa o si stia semplicemente arroccando su una collina destinata a essere travolta. L’industria dell’intrattenimento sta correndo verso l’AI come un branco di lemming verso il burrone, convinta che l’automazione porterà efficienza e profitti.

DC ha scelto la strada opposta. Ha promesso che i suoi fumetti continueranno a essere disegnati da esseri umani con tutte le loro imperfezioni, i loro colpi di genio e i loro deadline mancati. È una scommessa romantica in un mondo che sta diventando sempre più cinico. Se funzionerà, DC avrà dimostrato che i lettori apprezzano davvero l’autenticità più della perfezione algoritmica. Se fallirà, beh, almeno avrà provato a difendere qualcosa che vale la pena difendere.

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