La Tesla che guida da sola… ma è tutta una messa in scena

Dal 2016 Elon Musk promette che una Tesla attraverserà gli Stati Uniti senza che nessun essere umano tocchi il volante. Nove anni dopo, questa traversata epica esiste solo nell’immaginario collettivo dei suoi fan più devoti e nei comunicati stampa progressivamente più vaghi dell’azienda. Eppure c’è chi continua a tessere le lodi del Full Self-Driving.

Tesla guida da sola? Il video virale è un trucco pericoloso

Su TikTok gira un video che ha già superato 45mila visualizzazioni. Una Tesla sfreccia per le strade, senza nessuno al volante. Il sedile è vuoto, il volante gira da solo. Spoiler: la Tesla non è posseduta da uno spirito… Il conducente c’è, eccome. Solo che ha deciso di sedersi sul sedile posteriore, lasciando il posto di guida vuoto, attivando la modalità FSD (Full Self-Driving).

Il protagonista, un utente che si fa chiamare Chefnut, proclama con entusiasmo che il Full Self-Driving il progresso tecnologico più spettacolare dall’inizio dell’era moderna. Secondo lui migliora la vita di dieci volte, è roba da Minority Report, fa sentire nel futuro mentre gli altri mortali sono ancora inchiodati al passato.

Una “dichiarazione d’amore” che suona quasi commovente, se non fosse per un piccolo dettaglio. Tesla stessa continua a specificare che il conducente deve tenere le mani sul volante e gli occhi sulla strada.

Il Full Self-Driving costa circa 10.000 euro o si può sottoscrivere in abbonamento mensile. Gestisce incroci, semafori, cambi di corsia in autostrada. Sulla carta sembra effettivamente fantastico. Nella realtà rimane classificato come sistema di livello 2, che tradotto dal burocratese significa: se succede qualcosa, la colpa è sempre del conducente, non della macchina.

Quando la fantascienza incontra la fisica

La NHTSA, l’agenzia federale americana per la sicurezza stradale, sta indagando su diversi incidenti mortali che coinvolgono il FSD. Un fan zelante ha tentato di attraversare la costa est degli Stati Uniti lasciando gestire tutto al sistema: dopo appena 96 chilometri è finito contro una barriera con oltre 20.000 dollari di danni. Una dimostrazione involontaria che forse l’entusiasmo andrebbe calibrato con un po’ di sano realismo.

In un test ancora più inquietante, un collettivo ha messo una Robotaxi davanti a uno scuolabus fermo con dei manichini che simulavano i bambini. Il veicolo non li ha riconosciuti e li ha investiti ripetutamente, come se stesse giocando a bowling con i pedoni. Dettagli poco rassicuranti per chi sperava di poter fare un pisolino mentre la macchina pensa a tutto.

I concorrenti volano più basso…

Nel frattempo GM, Ford e Mercedes avanzano con più cautela. Sistemi limitati, certo, ma almeno omologati a livelli di sicurezza superiori. La strada verso l’autonomia vera sembra ancora lunga quanto quella traversata coast-to-coast che Musk promette dal 2016.

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