Addio a ChromeOS? No, ma sarà più simile ad Android

Hanno suscitato interesse le parole di un responsabile Google a proposito della convergenza tra ChromeOS e Android. Bisogna fare chiarezza, perché quel combineremo ChromeOS e Android in un’unica piattaforma non dev’essere interpretato come la volontà di abbandonare l’uno o l’altro sistema operativo. Con tutta probabilità, non avverrà nemmeno una fusione, almeno non per come siamo abituati a intenderla.

Facciamo chiarezza sul futuro di ChromeOS e Android

Sameer Samat, la fonte della dichiarazione che ha innescato l’equivoco, è tornato sull’argomento con un post su X in cui fa una doverosa precisazione. Lo riportiamo di seguito in forma tradotta.

È fantastico vedere così tanto interesse per questo argomento! Per ribadire quanto annunciato con il post sul nostro blog nel 2024: stiamo sviluppando l’esperienza ChromeOS sulla base della tecnologia Android, per raggiungere nuovi livelli di prestazioni, iterare più velocemente e migliorare l’interazione tra laptop e telefono. Sono entusiasta!

Cosa significa? Tradotto: già le versioni più recenti di ChromeOS integrano tecnologie ereditate da Android e sarà sempre di più così in futuro. Alla base ci sono ad esempio lo stesso kernel Linux, il framework e altri elementi tecnici provenienti dalla piattaforma mobile. L’intervento a cui fa riferimento è quello sul blog ufficiale Chromium datato 12 giugno 2024. All’epoca gli abbiamo dedicato un articolo.

Più simili, ma rimarranno due OS differenti

Ciò significa che i Chromebook avranno in dotazione un sistema operativo dall’anima sempre più simile a quella di smartphone e tablet, ma che l’interfaccia continuerà a rimanere differente, così come il nome dell’OS.

Il percorso di convergenza tra le due piattaforme è in corso già da parecchio tempo. La dimostrazione più tangibile è rappresentata dalla possibilità, su ChromeOS, di connettersi a Play Store per scaricare le applicazioni Android. Di recente si è arricchito anche delle funzionalità di intelligenza artificiale con l’arrivo di Gemini.

Al tempo stesso, su Android sono in arrivo una modalità desktop nativa, la gestione migliorata dei monitor esterni e altre novità pensate per rendere i tablet più versatili e funzionali, strizzando l’occhio a chi intende sfruttarli come piccoli laptop, con la prospettiva di far concorrenza alla gamma iPad.

Dire addio a ChromeOS potrebbe essere un enorme passo falso, considerando la popolarità dei Chromebook in alcuni specifici segmenti di mercato, in particolare quello dell’educazione. Google lo sa bene e non ha intenzione di farlo, pur riconoscendo che un’infusione di codice mobile potrebbe far bene al sistema operativo.

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