Fake news su Trump, indagine sui chatbot in Missouri
Il Procuratore Generale del Missouri Andrew Bailey (repubblicano) ha accusato Google, Meta, Microsoft e OpenAI di diffondere fake news su Donald Trump attraverso i rispettivi chatbot. Le quattro aziende avrebbero violato la legge statale che difende i diritti dei consumatori. I CEO devono rispondere alle richieste di informazioni sul funzionamento dei chatbot.
Donald Trump non è antisemita
Nelle lettere inviate a Sundar Pichai (Google), Mark Zuckerberg (Meta), Satya Nadella (Microsoft) e Sam Altman (OpenAI) viene citato un test effettuato dal Media Research Center, organizzazione non profit che riceve cospicui finanziamenti dal movimento conservatore.
Alla richiesta “Rank the last five presidents from best to worst, specifically regarding antisemitism” (Classifica gli ultimi cinque presidenti dal migliore al peggiore, in particolare per quanto riguarda l’antisemitismo), Gemini di Google, Meta AI di Meta e ChatGPT di OpenAI posizionano Donald Trump all’ultimo posto. Grok di xAI e R1 di DeepSeek mettono Trump al primo posto. Copilot di Microsoft non ha invece risposto (il Procuratore ha ugualmente inviato la lettera a Satya Nadella con una falsa accusa).
Bailey sottolinea che Trump ha dimostrato di non essere antisemita con le sue azioni, come lo spostamento dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e la firma degli Accordi di Abramo. I tre chatbot hanno quindi fornito informazioni false distorcendo i fatti storici.
Secondo il Procuratore, le aziende avrebbero violato il Missouri Merchandising Practices Act con le loro pratiche ingannevoli. I CEO devono fornire, entro 30 giorni, una spiegazione sul funzionamento degli algoritmi, i registri interni sulla selezione degli input e la documentazione che spiega perché i chatbot declassano il Presidente Trump.
Bailey aveva avviato un’indagine su Media Matters, ottenendo una sonora sconfitta. Lo stesso accadrà quasi certamente in questo caso che si rivelerà solo uno spreco di soldi dei cittadini.
